GALLERIA CIVICA "G. SCIORTINO"

Strutture Culturali

LA CIVICA GALLERIA D'ARTE 
MODERNA CONTEMPORANEA

"G i u s e p p e   S c i o r t i n o"

Narrazione a cura del Prof. Pino Giacopelli



<Della Civica Galleria d’Arte Moderna “Giuseppe Sciortino” di Monreale ne parlo come di un evento del quale ho avuto la sorte di essere stato testimone, ma in cui la fluenza degli stati d’animo, per dirla con Bergson, avviene per tramite della memoria.
Centrale, in questo evento, è stata la pittrice Eleonora Posabella, titolare della gloriosa Galleria del Vantaggio di Roma che dal 1954 al 1971 si avvalse della direzione artistica dello scrittore e critico d’arte Giuseppe Sciortino (Monreale 1900 – Roma 1971).
      

Nella foto Giuseppe Sciortino


Incontrai la Maestra Posabella, per la prima volta, a Monreale nell’ottobre del 1973 e mi confessò subito la sua volontà di volere rendere omaggio alla memoria del suo compagno di vita, facendo dono alla città natale del nostro illustre concittadino di qualche opera pittorica. Di questo suo intendimento informammo il Sindaco, Cav. Lorenzo Bertolino, che ricevendoci al Palazzo di Città espresse il pieno gradimento. In quegli anni a Monreale ricoprivo per il secondo triennio, l’incarico di Presidente del Consiglio di Amministrazione  dell’Istituto Statale d’Arte per il Mosaico, di Deputato della Fabbriceria del Duomo, nonché di Consigliere Comunale di prima nomina. Intanto, col passare di alcuni mesi, la quantità delle opere promesse cominciò a moltiplicarsi fino a superare il centinaio; prese corpo quindi, l’idea di istituire a Monreale una Galleria Civica da dedicare a “Giuseppe Sciortino”.>
                                                       
Nella foto il Prof. Pino Giacopelli (sulla destra) a Roma per discutere della  prima donazione delle opere d'arte.

A Roma, il 21 Marzo del 1974, alla Galleria del Vantaggio, fu dato l’annuncio ufficiale della donazione che, frattanto, aveva preso una consistenza di 121 opere d’arte. E toccò a me parteciparvi in rappresentanza del Comune e di comunicare che la donazione avrebbe avuto una sede degna nella zona monumentale della cittadina normanna ed un nome illustre da onorare. Alla manifestazione presenziarono scrittori, giornalisti, artisti, registi, musicisti, sodali ed estimatori di Giuseppe Sciortino, come Ferruccio Ulivi, Leonida Repaci, Alberto Bevilacqua, Toni Bonavita, Guglielmo Petroni, Giuseppe Selvaggi, Gabriella Sobrino, Rolando Renzoni, Giuseppe Mazzullo, Nunzio Sciavarello, Agata Pistone Etna, Meli, Paola Borboni, Juvara, Gribanovski, Antonicelli, Primo Zeglio…
L’atto di donazione, formalizzato con Deliberazione N.521 del 9 settembre 1974 del Commissario Regionale del Comune di Monreale, Dott. Giovanni Gannuoli, fu stipulato a Palermo presso il Notaio Crescimanno il 19 novembre 1974.

Considero segno di particolare benevolenza, le parole con cui la Sig.ra Posabella, nel settembre del 1997, ripensando l’impegno da me attivato per la istituzione della Galleria, ha iniziato il suo intervento tenuto a Monreale in occasione dell’ inaugurazione della seconda donazione (di altre 109 opere):” Prima di tutto voglio tornare indietro nel tempo per ringraziare pubblicamente il Professore Pino Giacopelli, il quale fu il primo a capire e a iniziare con grande entusiasmo la mia proposta…”.

Così come credo sia onesto e doveroso ricordare che la donatrice si è sempre contraddistinta per la sua riservatezza al punto che, al momento della prima donazione, non ha voluto includere neppure un suo dipinto.
E dire che tra le sue numerose partecipazioni ad importanti rassegne d’arte, poteva vantare anche quelle alla Biennale di Venezia ed alla Quadriennale di Roma.
La “Civica Galleria d’Arte  Moderna G.Sciortino” a Monreale, rappresenta una tappa fondamentale del destino di questa comunità del XII sec. con la sua celeberrima Cattedrale e il suo mirabile Chiostro e continua ad essere centro e crocevia di rinomanza internazionale.
Vale la pena ricordare che Monreale ha una storia se non unica, singolare, che deve essere tenuta sempre presente. Questa Città, come tutti sanno, non appartiene né alle città nate né alle città fondate.
Il luogo dove sorse questa Abbazia alla quale – Papa Alessandro III nel 1174 aveva già concesso i primi privilegi – viene indicato nella Bolla “Licet Dominus” di papa Lucio III soltanto nel 1183, nove anni dopo la concessione di questi privilegi: e precisamente quando si segnala che l’Abbazia, costruita “in loco qui dicitur Mons Regalis”, viene elevata ad Arcivescovado.
Monreale dunque, come Olimpia, il centro greco dove non c’era una città, ma un insieme di templi, in primis quello di Zeus, il nostro Padre Eterno.
D’altra parte non risulta che il progetto di Guglielmo prevedesse anche la Città.
E’ sembrato quindi logico, pensare che Monreale si sia sviluppata per una sorte di super fetazione sociale e politica del disegno reale, destinata ad essere una delle Signorie feudali più ricche d’Europa. Si è convenuto, intanto, di indicarla come la Città sorta accanto alla Chiesa – fortezza voluta dal giovane re normanno morto nel 1189, a soli 36 anni.
A Monreale dunque tutto comincia da questo tempio d’Oro. Un Tempio che, secondo la volontà del sovrano normanno Guglielmo II, doveva imitare la grandiosità della Chiesa romana di San Giovanni in Laterano e la cattedrale di santa Sofia di Bisanzio. E nel 1910, ha fatto scrivere al grande romanziere russo Andrej Belyj: “Il Duomo (il Duomo di Monreale) riempie completamente la vita dei Monrealesi: è un luogo di incontro, di preghiera, di svago, di riposo, di guadagno; al mondo non esiste un palazzo del genere…”.   
Ma nessuno potrà dimenticare che a Monreale, oltre al Duomo, ci sono altri monumenti di inestimabile valore artistico, e c’è una forte e persistente tradizione d’arte e di cultura di cui non si può e non si deve essere immemori: se si vuole creare cultura, sviluppo e turismo.
Questa tradizione che comincia e continua nel Duomo (accudito dalla Fabbriceria) e nel Chiostro, nella Cittadina ha una sua nervatura e un suo percorso: i Maestri mosaicisti Masi e Pietro Oddo, nel ‘500; il pittore Pietro Novelli, nel ‘600; gli artisti Salvatore Giaconia, Antonino Leto e Andrea Terzi, nell’800 ed una schiera di rinomati artisti contemporanei, alcuni dei quali noti anche all’estero.
Il percorso comprende, ovviamente, l’Istituto Statale d’Arte per il mosaico, le botteghe, i laboratori di mosaico e di ceramica, gli studi d’arte di un gruppo talentoso di artisti. E si completa, nella Civica Galleria d’Arte Moderna “Giuseppe Sciortino”, oggi nell’ambito del Complesso Monumentale dell’ex Convitto Guglielmo.
Questa Città però, deve passare anche attraverso il filtro della ragione e deve sostanziarsi in una costante riflessione sull’intero arco della sua storia per uscire dalle secche del cinismo culturale e riconoscersi nelle sue migliori tradizioni.
In questo senso, significativo appare lo sforzo delle Istituzioni per cercare di investigarne la tendenza.
La Civica Galleria d’Arte, custodisce un eccellente patrimonio di opere di artisti del ‘900 come Bartolini, Brindisi, Calabria, Campigli, Cantatore, Carrà, Bruno caruso, Casorati, De Chirico, De Pisis, Gentilini, Emilio Greco, Guccione, Guttuso, Levi, Maccari, Marini, Mazzacurati, Morandi, Music, Omiccioli, Pirandello, E.Posabella, Purificato, Pippo Rizzo, Rosai, Saetti, Savinio, Schifano, Severini, Sironi, Soffici, Spacal, Tamburi Trombadori, Vespignani…
Si tratta di esponenti storici dell’arte italiana, presenti nel Movimento milanese di “Corrente”, del “Fronte Nuovo delle Arti” formatosi a Venezia e soprattutto della “Scuola Romana di via Cavour”. Attraverso cui, oltre ad approfondire alcuni degli aspetti più importanti della complessa vicenda culturale italiana e delle tangenze che articolarono quel paesaggio artistico, si può riaprire un serio approccio critico su Giuseppe Sciortino, sulla filosofia dell’arte, alternativa ad ogni sperimentalismo che fosse incapace di promuovere un autentico rinnovamento, di cui egli dà contezza in una serie infinita di articoli pubblicati sulla “Fiera Letteraria”, alcuni dei quali sono stati raccolti nel volume “Crepuscolo dell’Astrattismo” (Roma 1964). Sapendo per certo che evocare Giuseppe Sciortino, come spiegano Ferruccio Ulivi e Vincenzo Perna, significa parlare di uno scrittore e di un poeta di grande vigore espressivo, e particolarmente di uno studioso che ha alimentato la sua intelligenza di quell’umanesimo liberale e di quella laicità crociana che ha caratterizzato la sua formazione letteraria ed estetica restando fedele ai propri ideali di libertà, proprio quando tutti si erano piegati alla violenza.




                      Anno 1986  -PRIMA DONAZIONE

Un momento della cerimonia inaugurale della Galleria Civica 



  Nella foto    il Sindaco Dott. Enzo Giangreco esprime parole di gratitudine 
alla  Signora E. N. Posabella per la preziosa donazione artistica.



                        
ANNO 1997  - SECONDA DONAZIONE

Il Sindaco Avv. Salvino Caputo e il Prof. Pino Giacopelli, omaggiano  E. N. Posabella- 


Che questa Galleria dunque, pur mantenendo integro il suo nucleo storico, come è nella volontà della donatrice, possa modularsi secondo i sistemi di una Pinacoteca attiva e moderna.
La stessa donatrice, alla quale nel 1975 è stata conferita la “Cittadinanza Onoraria” della Città di Monreale, ha sperato che questa Galleria potesse continuare a raccontare alcuni momenti essenziali della storia dell’arte del ‘900.




PUBBLICAZIONI 

(materiale cartaceo raccolto, conservato, visionabile presso la biblioteca comunale dei libri del fondo moderno).








Volume degli scritti inediti dello scrittore Giuseppe Sciortino per la sua compagna e pittrice Eleonora N. Posabella




E.N. POSABELLA E G. SCIORTINO

































































Quest'ultima, rara fotografia di un dipinto di E. N. Posabella in occasione di una sua partecipazione ad una mostra d'arte nell'anno 1948. L'Opera s'intitolava "PANDORA", chiaro riferimento al famoso vaso.

 R.M.